Sono passati venticinque anni da quella tragica notte dell’11 novembre 1999. Per le nuove generazioni, è importante raccontare ciò che accadde in quella notte: l’incidente avvenne alla periferia Nord di Foggia, precisamente in Viale Giotto, 120. Un edificio di sei piani, costruito poco meno di trent’anni prima, subì un crollo dovuto a un cedimento strutturale. Nell’edificio vivevano 71 persone e il bilancio finale fu di 67 vittime (61 corpi recuperati e 6 dispersi).
Il crollo venne rilevato dai sismografi dell’Istituto Specola Nigri alle 3:12 e durò 19 terribili e interminabili secondi. Grazie ai soccorsi tempestivi, furono salvate nove persone, quelle che abitavano ai piani più alti. Secondo le testimonianze dell’epoca, una famiglia, sentendo strani rumori, cercò di avvertire l’amministratore e i vicini. Questa famiglia riuscì a scappare appena prima del crollo, ed è stata trovata in stato di shock, ma in buone condizioni.
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I soccorritori, purtroppo, non poterono utilizzare le macchine escavatrici a causa della presenza di persone sotto le macerie. I Vigili del Fuoco, i volontari e i cittadini lavorarono senza sosta per tutta la notte, aiutati da cani da ricerca e geofoni, nel tentativo di salvare chi ancora era intrappolato.
A rendere più difficili le operazioni, un incendio che scoppiò nei sotterranei, alimentato da alcuni materassi, generando un denso fumo che coprì l’area e ostacolò le ricerche. Il fumo contribuì, con molta probabilità, a uccidere alcune delle persone che erano riuscite a sopravvivere inizialmente tra le macerie, come confermato dalle autopsie.
L’ultimo superstite, Guerino Alessandrino, allora 25enne, fu estratto dalle macerie dopo ben 15 ore. La sua salvezza fu considerata un vero miracolo. Due giorni dopo il crollo, una messa in memoria delle vittime venne celebrata nei locali della Fiera di Foggia, dove erano state trasportate le salme.
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Nella notte celebrata una commemorazione. Ecco quanto riportato dalla pagina del Comune: “Questa sera nel Giardino della Memoria si è svolta una intensa e toccante cerimonia di raccoglimento, in memoria delle 67 vittime del crollo del palazzo in viale Giotto, presenti le autorità istituzionali, civili e religiose della città, i familiari e tanti cittadini commossi. Il presidente dell’associazione che riunisce i parenti delle vittime, Mimmo Caldarulo, ha stigmatizzato gli atti di vandalismo compiuti da ignoti che hanno oltraggiato il monumento che raffigura un cuore lacerato e reca i nomi di chi ha perso la vita in quella tragica notte, e ha ricordato che quattro corpi non sono mai stati ritrovati, e “questo Giardino, questo monumento è il loro cimitero: abbiatene cura, abbiatene rispetto“. Un appello che condividiamo e rilanciamo, nella speranza che tali episodi non avvengano mai più”.
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