“Il mio esame è cominciato così, ed è finito con un deprimente sessanta. Per fortuna quell’estate a tirarmi su il morale c’ha pensato uno sconosciuto, si chiama Fabio Grosso, di mestiere fa il terzino e la sera del 9 luglio ha segnato il gol più importante della sua vita!”
Per molti questa frase non suonerà nuova, la pronuncia infatti Luca Molinari (alias Nicola Vaporidis) in “Notte prima degli esami – Oggi” e sono convinto che farà partire feels a tutti voi. La storia di Fabio Grosso è una delle più belle storie calcistiche italiane degli ultimi anni; è una parabola di vita, è la dimostrazione che non conta essere figli d’arte o raccomandati per entrare nella storia e soprattutto puoi fare la differenza anche se non giochi in una big e se fino alla terza partita della tua nazionale sei una riserva.
Sì perché Fabio divenne titolare a cominciare dalla terza partita del torneo, contro la Repubblica Ceca, dimostrandosi da lì un poi elemento imprescindibile. Contro l’Australia agli ottavi è poi storia nota: dopo aver giocato quasi tutto il secondo tempo in inferiorità numerica per il rosso di Materazzi, l’Italia combatte su ogni pallone e tira fuori carattere e energia incredibili, dimostrando che anche in dieci si arriva ai quarti. Con il cuore, quello di Grosso che ci crede e conquista il rigore, realizzato da Francesco Totti.
Contro la Germania, realizzerà ai supplementari un gol capolavoro che passerà alla storia: è il 119 min e tutto inizia con un calcio d’angolo di Del Piero, il pallone arriva a Pirlo che vede Grosso defilato e smarcato nell’area di rigore dei padroni di casa, lo serve.. quest’ultimo s’inventò un tiro a giro d’interno sinistro, di prima intenzione, che superò Jens Lehmann sul palo più lontano siglando l’1-0 a un minuto dalla fine della partita. Una corsa e un urlo: “Non ci credo!” accompagnato dall’indice, mosso a confermare quel “No” e dalla testa che accompagnava il gesto, prima di essere scaraventato a terra e abbracciato dai compagni. Arriverà due minuti dopo il 2-0 targato Del Piero conquistando una finale storica.
Non tutti lo sanno ma prima di quel rigore, Grosso non ne batteva uno da ben 5 anni: l’ultimo infatti avvenne nella seconda divisione di Lega Pro (all’epoca serie C2, quando giocava nel Chieti): era la partita contro il Prato e Grosso, con un tiro dal dischetto, portò alla squadra abruzzese il punto del pareggio.
Chi avrebbe mai detto che il suo rigore successivo sarebbe avvenuto nell’ambito del torneo più importante del calcio? Lo sguardo è tesissimo ma concentrato: non è la serie C2 ma la finale della Coppa del Mondo. Fabio parte, con la stessa rincorsa di quel pomeriggio a Prato, il suo sinistro è secco, potente, micidiale: entra in rete passando sotto l’incrocio dei pali. L’Italia è Campione del Mondo per la quarta volta. Un rigore che non scorderemo mai.
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