Fallimento Spalletti in nazionale: la colpa è tutta… dell’Inter | Gli hanno imposto troppe scelte

Un'illustrazione di Spalletti (Depositphotos FOTO) - lagoleada.it
Purtroppo l’esperienza di Spalletti finisce qui, ma alla base ci sarebbe stato un errore davvero…grossolano!
Nel calcio professionistico, capita talvolta che un allenatore non sia completamente libero nelle sue decisioni. Dirigenti o proprietà possono infatti influenzare le scelte tecniche, soprattutto quando ci sono interessi economici o pressioni legate al mercato.
Una delle situazioni più comuni riguarda l’utilizzo di giocatori acquistati a caro prezzo: anche se non convincono sul piano tecnico, c’è chi spinge per farli giocare, per giustificare l’investimento o valorizzarli in ottica futura.
Altre volte, le interferenze arrivano dall’alto per favorire giovani del vivaio, magari in vista di una cessione, o per motivi legati agli sponsor. In questi casi, il tecnico si ritrova a dover bilanciare la propria autonomia con le richieste del club.
Questo tipo di dinamica può creare tensioni interne e compromettere la coerenza del progetto sportivo. Un allenatore, per lavorare al meglio, ha bisogno di fiducia e libertà: quando vengono a mancare, i risultati difficilmente arrivano.
Quando le scelte diventano simboli
Nel dibattito calcistico italiano, certe espressioni finiscono per assumere un peso che va oltre il loro significato originario. “Blocco Inter”, ad esempio, è una di quelle. Una frase che rimbalza da giorni tra social, trasmissioni e commenti, come se bastasse quella formula per spiegare ogni problema della Nazionale.
Ma dietro le etichette c’è sempre qualcosa di più sfumato, e le analisi più interessanti arrivano proprio quando si va oltre la superficie. Stefano Borghi, uno che di calcio ne mastica parecchio, ha provato a fare ordine in mezzo al rumore, con un ragionamento che non assolve del tutto Spalletti, ma ne ridimensiona il peso specifico nella crisi azzurra. L’allenatore, insomma, non sarebbe l’unico responsabile.

Cos’è successo?
Secondo quanto riportato in un video da erclab_ilritorno su TikTok, Borghi ha sottolineato che Spalletti, nel corso del suo lavoro in Nazionale, si è trovato a rinunciare a qualcosa di molto suo: l’identità tattica. In particolare, l’abbandono della difesa a tre, schema che aveva iniziato a costruire, è stato dettato, almeno in parte, dalla presenza di un cosiddetto “blocco Inter”.
Una scelta, questa, nata da un’idea diffusa: se l’Inter è forte, perché non replicare anche in Nazionale certe dinamiche? Ma qui nasce l’equivoco, perché quel blocco, in realtà, è formato in gran parte da calciatori stranieri. Borghi, con toni misurati ma precisi, ha fatto notare come questa scelta, per quanto comprensibile, abbia avuto conseguenze sul rendimento della squadra. È la sua opinione, certo, ma offre uno spunto interessante.