Immagine in evidenza: uno scatto di Foggia-ACR Messina 1-0 (Serie C - girone C 22/23) - crediti: foto di Mario Marino (RIPRODUZIONE RISERVATA)
Nella conferenza stampa di questa mattina, tenutasi alla Sala Ricevimenti MariGiò e trasmessa in diretta dall’emittente locale FoggiaTV, Fabio Gallo ha voluto chiarire alcuni punti in seguito alle sue dimissioni.
Continua a leggere LA PARTE PRECEDENTE della conferenza. CLICCA QUI! Di seguito il tecnico ha voluto chiarire il significato di vivacchiare. Vediamo le sue parole.
“Il vivacchiare è avere una programmazione che faccia sì che società e città possano avere una organizzazione, che è alla base di una programmazione; le mie scelte di formazione sono sempre state fatte in funzione di quello che i miei occhi vedevano. Sono umano e quindi posso aver sbagliato ma sempre con la mia testa, non accettando nessun tipo di ingerenza; tipo il sabato sera a Monopoli, il Sig. Canonico non poteva comunicare con me per problemi personali, vengo contattato dal figlio Emanuele che mi dice che sarebbe opportuno fare giocare un portiere Under per fare minutaggio: io gli dico ‘Non penso che in questo momento questa squadra possa fare del minutaggio, mi parli del terzo portiere e mi sembra non opportuno fare una scelta di questo tipo’. Lauriola era al corrente di questa cosa ma essendo uomo di calcio non me l’aveva comunicata” – dice Gallo.
“Sono nato diritto e cercherò di morire diritto; un esonero così tanto per, dato che non ho deciso io di essere esonerato ma la società, nella persona di Sapio che più volte ha ribadito a me, e al mio agente, che in caso di sconfitta sarei stato esonerato; non ultima la partita contro l’Andria, questo mi veniva detto lunedì. Nel momento in cui non c’è fiducia in quello che fa Gallo, Gallo toglie il disturbo perché ho una dignità prima di fare l’allenatore sono un uomo. O faccio l’allenatore o faccio compressi. La sera della Gelbison facciamo una telefonata a quattro: io, Canonico, Todaro e Lauriola che era con me, dopo la sconfitta. Dopo 1 minuto di chiamata mi viene detto ‘Sì ma Odjer non può giocare mezzala, deve giocare qui, hai sbagliato’; io dico ‘Fermo, aspetta un attimo: tre giorni fa, dato che in giro si dice che Canonico ama provare a fare calcio e parlare di calcio, dico ‘Te l’ho detto mercoledì, fai il presidente, io faccio l’allenatore‘. – dice il tecnico.
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“Gelbison. 7 ottobre. La squadra inizia una serie di 7 risultati utili consecutivi e iniziamo a vedere la luce. Per faccende personali il presidente non può chiamarmi e quindi lo fa il figlio per lui; capisco le domande che mi fa ma io ho sempre comunicato la formazione al presidente il giorno prima, compresi di dubbi. Da allora è sempre stata ogni serata una telefonata ove c’era un confronto ma mi rendevo conto che si provava sempre a portare qualche cosa. Un giorno mi vien detto che non potevano esserci in panchina mezzo milione di acquisti e contratti ma la squadra non l’ho fatta io, io l’ho allenata nel migliore modo possibile” – continua.
“Sono gocce che cadono dal 5 ottobre, non posso accettare che un allenatore venga messo sistematicamente in discussione ogni domenica. Quindi preferisco togliermi perché ho una dignità, sono stato paragonato ad una persona che purtroppo in quella tragedia sono cadute 32 persone. Bisogna pesare le parole perché in altri momenti i silenzi sono stati molto più rumorosi e chi ha messo la faccia sempre, anche dopo Cerignola, è stato il sig. Gallo” – conclude.
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