Intervenuto telefonicamente a “KickOff”, trasmissione in onda su Teleblu condotta da Tiziano Errichiello, l’Amministratore Delegato del Calcio Foggia 1920 Davide Pelusi ha parlato della situazione societaria.
“Non ho altre informazioni rispetto a quelle che sono di dominio pubblico. Le dichiarazioni più aperte, di prima mano sono state fatte direttamente dai diretti protagonisti interessati, ossia dalla dottoressa Pintus e da Roberto Felleca a diversi media, diverse testate giornalistiche. Io non ho informazioni aggiuntive rispetto a quelle; posso semplicemente aggiungere che già in passato la dottoressa Pintus, in occasione dell’interessamento di Follieri, aveva deciso di esercitare il suo diritto di prelazione, cosa che ha fatto anche questa volta.
Quindi diciamo che, sì, è una sorpresa ma neanche più di tanto, nel senso che la sorpresa secondo me, dal mio punto di vista, è aver rifiutato un’offerta seria, concreta che dava la possibilità di recuperare tutti gli investimenti effettuati con anche una plusvalenza – anche abbastanza importante – e aver deciso, preferito di sobbarcarsi, affrontare un impegno oneroso che è sia quello di rilevare il restante 40% ma anche di portare avanti per l’80% tutte quelle che saranno le spese, i costi da affrontare da qui a brevissimo”.
Domanda: Cosa cambia, in questo momento alla luce dell’acquisizione dell’80% da parte della socia Maria Assunta Pintus, per il 20% di Pelusi?
“In questo momento non cambia nulla, io son partito a luglio del 2019 a occhi chiusi, credo anche con un pizzico forse di incoscienza, che è la stessa incoscienza che mi ha caratterizzato nel 2012. Però una sana incoscienza, cioè nel senso che l’obiettivo era quello di contribuire al nuovo salvataggio del Foggia Calcio; ho parlato velocemente con Roberto Felleca a luglio del 2019, ci siamo subito capiti e poi ci siamo conosciuti e consolidato la nostra amicizia strada facendo, lavorando concretamente al progetto. Quindi io continuerò a detenere questo 20%: è chiaro che – non l’ho mai nascosto – ho sempre dato la mia disponibilità a cedere il mio 20% a gruppi solidi, ambiziosi che potessero dare ulteriori solidità e prospettive di medio-lungo termine al progetto da noi intrapreso.
Ritenevo di aver individuato un gruppo, una cordata che rispettava queste caratteristiche e l’ho portata avanti con convinzione; adesso cambiano per noi gli scenari perché ci sarebbe stato anche un periodo di soft lending, quindi diciamo di passaggio graduale delle consegne in qualche mese, o anche fino a fine stagione, quindi avrei fatto parte di questo progetto perché mi era stata testimoniata fiducia anche per le mie conoscenze del territorio e delle dinamiche istituzionali, anche di lega e con gli sponsor locali, oltre ovviamente a conoscere un anno e mezzo di vita e di bilanci della società.
Adesso sinceramente non ho la più pallida idea di che cosa possa accadere, non conosco i dettagli. Ho avuto un brevissimo colloquio con la dottoressa Pintus che mi preannunciava l’intenzione appunto di esercitare il diritto di prelazione e di avere in un secondo momento un dialogo, una conversazione con me”.
Domanda: Tanto interesse attorno al Foggia, nonostante tutto. Nonostante le dichiarazioni di Roberto Felleca, che annunciano perdite consistenti che addirittura pare supererebbero il milione e mezzo di euro, perché un imprenditore secondo Davide Pelusi dovrebbe interessarsi ad una gestione così catastrofica?
“Me lo chiedo anch’io. Sicuramente la piazza è una piazza importante che fa sognare, ma fa sognare dal mio punto di vista soprattutto chi è legato al territorio, chi ha radici a Foggia. Tutti gli altri sono mossi soprattutto da altri intenti: intenti di strategie economiche, magari anche di profitti o magari perché hanno sì il calcio nel cuore, ma per fare movimenti di giocatori, di plusvalenze eccetera, cosa molto legittima anche se molto difficile in questo periodo. Tutti gli altri possono essere mossi da interessi sul territorio, possono essere anche interessi economici legati al territorio anche se non si è originari del territorio.
Il Calcio Foggia credo che sia l’azienda più prestigiosa che c’è in Capitanata. Infatti io come Amministratore Delegato, ma chiunque altro, il presidente del Calcio Foggia raggiunge una notorietà in tempi rapidissimi. Cosa che non accade neanche alle più importanti e blasonate aziende del territorio: sfido chiunque a dare il nome di un Amministratore Delegato di una grossa azienda che è presente sul territorio. Quindi è indubbio che il Calcio Foggia ha un blasone fortissimo e dà visibilità, dà onore e dà prestigio. Tutto questo fa sì che attiri gli interessi delle persone, però è fuori discussione che da un punto di vista economico è difficile, molto difficile monetizzare tutta questa visibilità e tutta questa notorietà. Quindi si deve essere disposti a metter mano al portafoglio molto frequentemente, a meno che non si è capaci, abili ma anche fortunati a portare la squadra a livelli di Serie B o addirittura di Serie A, ma per poter far quello o si è veramente bravi oppure bisogna fare degli investimenti davvero importanti.
Quindi quello che ha mosso me è semplicemente il tentativo di far decollare un progetto, di mettere in moto un circolo virtuoso e poi trovare, com’è successo nella precedente edizione, cordate o imprenditori particolarmente forti che potessero dare una prospettiva di lungo termine al Calcio Foggia”.
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