Cielo azzurro

Da ogni italiano: Tanti auguri, Fabio.

“Arriva il pallone, lo mette fuori Cannavaro! Poi ancora insiste Podolski…Cannavaro! Cannavaro! Via il contropiede con Totti, dentro il pallone per Gilardino… Gilardino la può tenere anche vicino alla bandierina, cerca l’uno contro uno, Gilardino, dentro Del Piero, Del Piero… Gol! Aleeeex Deeel Piero! Chiudete le… valigie! Andiamo a Berlino! Andiamo a Berlino! Andiamo a prenderci la coppa! Andiamo a Berlino!…” – forse è banale iniziare così, ma queste parole di Fabio Caressa, nella telecronaca di Germania-Italia, valida per un posto in finale della Coppa del mondo 2006, ben 12 anni fa, riecheggiano nella testa di ogni italiano ed è anche il primo ricordo su un uomo che, in quel mondiale, era un muro nella nostra retroguardia. Grazie a quel recupero imperioso di Cannavaro su Podolski, nacque poi il contropiede che chiuse definitivamente i conti e l’Italia vinse 2-0 conquistando la finale con la Francia.. il resto è storia.

Cannavaro, con le ultime energie rimaste, toglie il pallone dalla testa a Podolski e fa partire un contropiede micidiale poi finalizzato da Alessandro Del Piero, crediti: VALERY HACHE/AFP PHOTO/Getty Images

Purosangue napoletano, classe 73, ha trascorso 20 anni della sua onorata carriera calcistica a lottare su ogni pallone, a non dar tregua agli attaccanti più forti del mondo, a dominare i centravanti con i suoi anticipi e a padroneggiare anche di testa, nonostante sia sotto il metro e ottanta. Cannavaro non ha mai fatto parlare male di se fuori dal campo, ha onorato qualsiasi maglietta abbia indossato e ogni goccia di sudore versata sui campi di calcio ha fatto sì che si meritasse di diritto un posto nell’annovero tra i migliori difensori di sempre; nella sua bacheca una infinità di trofei, premi di squadra e individuali, tra i quali l’indimenticabile Coppa del Mondo vinta con l’Italia nel 2006 e il successivo Pallone d’Oro, l’ultimo italiano ad essere insignito di tale trofeo.

Cannavaro è cresciuto come uomo e come atleta nella sua amata Napoli, quando era ancora un bambino, vedendo all’opera e cercando di memorizzare i movimenti dei suoi idoli, tra i quali Maradona e Ciro Ferrara, ed è diventato un leader ovunque sia stato e dopo aver vinto in Italia e nel Mondo, sogna di confermarsi ad alti livelli anche come allenatore. E chissà se un giorno Cannavaro riuscirà a conquistarsi addirittura una panchina della nostra ambita Serie A, magari proprio quella del Napoli, lì dove tutto è cominciato.

AUGURI FABIO!

Giovanni Colotti

Collaboratore, studente universitario.

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Giovanni Colotti
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