Confesso, sono stato io: calciatore interista colpevole di aggressione | La società prende provvedimenti

Illustrazione nel 2003 2004 (LaPresse FOTO) - lagoleada.it

Illustrazione nel 2003 2004 (LaPresse FOTO) - lagoleada.it

Arriva la confessione, dopo quel gesto molto discusso e negativo. La società non è stata a guardare ed ha reagito.

Nel calcio ogni tanto si perde la testa. I giocatori, sotto pressione, possono litigare in campo o nello spogliatoio. Basta una parola di troppo o un fallo cattivo e scatta la scintilla.

Ci sono stati calciatori che si sono presi a spintoni, altri che sono arrivati addirittura alle mani. Non solo tra avversari: a volte succede anche tra compagni di squadra. E lì è peggio.

In certi casi volano insulti, testate, pugni. E le immagini fanno subito il giro del mondo. Poi si chiede scusa, ma il danno è fatto. E la società interviene, con multe o sospensioni.

Il calcio è passione, certo, ma anche nervi. E quando i nervi saltano, non sempre c’è il tempo per pensarci su. E così un momento di rabbia può rovinare una carriera.

Una situazione particolare

Certe partite restano impresse per i gol, altre per quello che succede quando il fischio finale è già suonato. Inter‑Siena, primo febbraio 2004, finisce 4‑0 per i nerazzurri. Ma quello di cui si parlò a lungo non fu il risultato. Marco Materazzi, quel giorno squalificato, come riportato da Goal, era comunque lì a bordocampo, visibilmente coinvolto, forse un po’ troppo. Cominciò a stuzzicare Bruno Cirillo, difensore avversario, lanciando provocazioni non proprio…gentili.

Cirillo replicò a tono, infastidito. Ma il vero scontro avvenne dopo, nel tunnel degli spogliatoi. Qui Materazzi lo raggiunse all’improvviso e lo colpì con un pugno in pieno volto, ferendolo al labbro superiore. Un colpo violento, inaspettato. L’esito? Labbro spaccato, contusione facciale e una prognosi di dieci giorni. L’Inter ricevette una multa di 5.000 euro, e Materazzi fu squalificato fino al 29 marzo, perché non avrebbe neanche dovuto essere lì.

Illustrazione di Materazzi (LaPresse FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione di Materazzi (LaPresse FOTO) – lagoleada.it

Un gesto violento

Bruno Cirillo, in un’intervista successiva, come riportato da Goal, ha raccontato quel momento con un tono quasi rassegnato. Faceva freddo, aveva le mani in tasca, stava solo cercando di rientrare negli spogliatoi. Materazzi era lì ad aspettarlo, lo chiamò con un cenno, e poi arrivò il pugno. 

Qualche giorno più tardi, ci fu un timido tentativo di riappacificazione. Materazzi si scusò privatamente, ammettendo di aver esagerato. Cirillo, pur colpito, decise di non procedere con alcuna denuncia. Il caso si chiuse lì, almeno ufficialmente. Ma l’episodio rimane uno dei più ricordati di quell’epoca, anche per il modo in cui racconta un calcio fatto di rivalità accese, personalità forti e qualche pugno di troppo.