Come erano in origine le maglie di alcune squadre
Un interessante articolo di Roberto Graziosi, pubblicato su Focus.it il 17 agosto 2018, svela come apparivano un tempo le maglie delle squadre italiane.
Forse non tutti sono a conoscenza che il club, fondato nel 1926, è frutto della fusione di due squadre: l’Internazionale nata nel 1911 (maglie azzurre in onore dei Borbone e degli Angioini) e il Naples attivo dal 1903, in campo con strisce di colore celeste e azzurro, come “il cielo e il mare“. Per la scelta dei colori sociali però prevalse l’azzurro.
Anche la squadra della capitale nacque, nel 1927, dalla fusione di alcune squadre, tre per l’esattezza: Alba, Fortitudo e Roman Football Club e i colori di quest’ultima, tratti dallo stemma municipale, furono mantenuti per le divise della nuova squadra.La ‘definizione’ dei colori, dopo la caduta del fascismo, fu rivista: dal rosso porpora e giallo oro, fasti di Roma imperiale, si passò al “giallo becco d’oca” e “rosso sangue di bue”.
In origine la Viola non era Viola ma bianca e rossa col giglio comunale sul petto; questo perché si voleva ricordare così il Club Sportivo Firenze (le cui divise erano rosse) e la Palestra Ginnastica Libertas (maglia bianca) dal momento che, come nel caso del Napoli, la Fiorentina nacque dalla fusione di queste due squadre. Nel 1928 poi si giocò una partita contro l’Uijpest di Budapest e il presidente Luigi Ridolfi rimase molto colpito dalle divise avversarie, che erano appunto di colore viola. Da quel momento in poi si decise che la Fiorentina avrebbe usato quel colore per distinguersi dalle altre squadre.
Un tempo i bianconeri, non erano bianconeri… La divisa originale (risalente al 1897) era di colore rosa, poiché furono realizzate da un impiegato che si era avvalso del tessuto rimasto nel magazzino del padre (uno dei fondatori della squadra), il quale commerciava biancheria femminile; per “maschilizzare” le divise venne aggiunto un cravattino nero. Nel 1903 il look venne rinnovato con l’aiuto di un socio inglese del club, residente a Nottingham: inviò una partita di maglie della squadra locale, la Notts County, da qui i colori bianco e nero.
Nata nei primi anni del ’900 da un gruppo di giovani appassionati bolognesi, i colori si devono proprio ad uno di questi ragazzi, tale Arrigo Gradi che si presentava agli allenamenti indossando una casacca rossa e blu, della squadra di calcio dell’Istituto Wiget di Rorschach, Svizzera, che il giovane aveva frequentato qualche anno prima. Nel 1909 Gradi e compagni fondarono il Bologna Football Club adottando proprio quei colori.
La Società Polisportiva Ars et Labor, della città di Ferrara, ha da sempre utilizzato i colori bianco e azzurro; questo perché la squadra venne fondata nel 1907 per iniziativa del sacerdote salesiano Pietro Acerbis che impiegò i colori dello stemma della congregazione fondata da Don Bosco.
Nata dalla fusione di due club, Sampierdarenese e Andrea Doria. La maglia prese i colori dalla prima per il bianco e la fascia rossonera, mentre dalla seconda il blu e lo stemma di Genova con la croce di San Giorgio, da qui il nome “blucerchiati” riservato a calciatori e tifosi del club. La maglia, qualche anno fa, è stata eletta come “la più bella del mondo” in un sondaggio indetto dalla rivista Guerin Sportivo.
“I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari” – sono le parole del fondatore del Milan Cricket and Football Club, Herbert Kiplin, pronunciate la sera del 16 dicembre 1899. La camicia di seta a strisce con lo stemma di Milano sul petto, eliminato negli Anni ’40 e reintrodotto prima nel 1999 per il centenario del club e poi per un paio di stagioni a partire dal 2014. Successivamente è stato adottato lo stemma del club.
Era il 9 marzo 1908 quando un gruppo di soci del Milan decide di abbandonare il sodalizio e di fondare una nuova squadra, il Football Club Internazionale Milano. La scelta dei colori fu affidata a Giorgio Muggiani, di mestiere illustratore e cartellonista, che prese spunto dalle matite bicolori (metà rossa, metà blu) e decise che le maglie interiste sarebbero state contrarie a quelle del Milan e le strisce azzurre presero il posto delle strisce rosse.
Nella sua prima partita, nel dicembre 1906, il Torino usò la divisa a strisce nere e giallo oro del Football Club Torinese, un gruppo di ‘separatisti’ della Juventus che aveva stretto un accordo per formare un nuovo club. Il rosso granata fu scelto per ricordare la cravatta dei soldati di quella Brigata Savoia che, duecento anni prima, aveva contribuito a liberare Torino dall’assedio franco-spagnolo. Secondo altre fonti invece quel colore fu voluto da un dirigente di origine svizzera, per imitare la squadra elvetica del Servette.
La società nacque nel 1893 da un gruppo di inglesi trapiantati a Genova e venne chiamata Genoa Cricket and Athletic Club, che, qualche anno più tardi, inizia a praticare anche il football. All’inizio i giocatori usano casacche bianche del team di cricket ma nel 1900, arrivò la prima vera maglia con strisce bianche e azzurre, come lo Sheffield Wednesday, uno dei più importanti club inglesi. L’anno seguente con un referendum tra i soci, si scelse la maglia a quarti rosso granata e blu, per onorare i colori della bandiera britannica.
L’Atalanta Bergamasca nacque nel 1920 dall’unione di due club: l’Atalanta (maglia a strisce bianche e nere) e la Bergamasca (divisa a strisce biancazzurre). La fusione portà alla tradizionale divisa a strisce nere e azzurre che da allora contraddistingue l’Atalanta.
Per tutti gli altri club invece, solitamente, vengono adottati i colori municipali.
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