Clamoroso da Coverciano: Gravina manda via Buffon | Sta acquisendo troppo potere

Gravina e Buffon (Canva-FIGC foto) - www.lagoleada.it
Mondo Azzurro senza pace. Le indiscrezioni raccontano di un clima di tensione che non accenna a volersi placare
La crisi che sta attanagliando il calcio italiano sembra non avere fine. A detta dei più, la problematica che il sistema calcio nostrano si trova costretto a fronteggiare quest’oggi affonda le radici in eventi e decisioni riferenti ad un periodo corrispondente a quasi due decenni fa.
C’è chi imputa la colpa ad una mancanza di rinnovamento adeguato, di occasioni sprecate che ci avrebbero permesso di mantenere il passo, in enorme crescita, delle altre nazionali d’Europa e del mondo.
Perché affrontare un periodo di crisi è naturale anche per i più grandi. Pensate alla Francia dopo il Mondiale perso nel 2006, ma anche alla generazione d’oro della Spagna, che si è lentamente dissolta dopo aver messo in fila 2 Campionati Europei e 1 Coppa del Mondo tra il 2008 e il 2012.
La vera capacità di mostrarsi grandi, però, impone che anche dopo i periodi più difficili le decisioni, che partono proprio dai vertici delle singole federazioni, risultino in grado di rivoluzionare in modo positivo e innovativo, portando anche i giganti caduti in rovina a tornare allo splendore che gli apparteneva.
Aria di drastici cambiamenti
Ciò che, con molta probabilità, nel calcio italiano non si è riusciti a raggiungere. E il problema non parte dalla recente disfatta di Oslo, né dalla deludente eliminazione contro la Svizzera ad Euro 2024, così come non dalle mancate qualificazioni agli appuntamenti mondiali del 2018, prima, e del 2022, poi. La crisi ha avuto inizio molto prima ed è per questo che, a detta di molti, un cambio al timone non potrà rappresentare la definitiva risoluzione al problema. La recente notizia che ha scosso l’ambiente è stata la decisione da parte del Presidente Federale Gabriele Gravina di sollevare il commissario tecnico Luciano Spalletti dall’incarico, decidendo di affidare, soltanto al termine di lunghe giornate di riflessioni, una delle panchine attualmente più roventi in circolazione ad una vecchia gloria che ha vestito e vinto un Campionato del Mondo in maglia azzurra: stiamo ovviamente parlando di Gennaro Gattuso.
La scelta, è significativo sottolinearlo, è ricaduta sull’ex allenatore di Milan e Napoli dopo aver preso in considerazione numerosi profili; primo fra tutti quello di Claudio Ranieri, che però ha deciso di onorare la parola data ai Friedkin, secondo la quale si sarebbe impegnato al loro fianco nella dirigenza della sua Roma, optando, seppur onoratissimo della proposta, per il rifiuto della panchina azzurra. Non sarebbe assurdo pensare che sulla scelta di Gattuso abbia potuto pesare l’influenza esercitata dal capo delegazione Gianluigi Buffon, che ha più volte speso parole al miele, di stima e di affetto, nei confronti dell’ex collega, compagno in Nazionale e avversario nei club, con il quale non ha mai fatto mistero di possedere un legame di amicizia significativo.

Un ruolo più impattante del previsto
E stando alle indiscrezioni fattesi avanti negli ultimi giorni, il quadro comincia a prendere una forma sempre più chiara. La Repubblica, per esempio, riporta l’indiscrezione che avrebbe visto l’ipotesi valutata da Gravina di affidare l’incarico di c.t. al lusitano José Mourinho, approfittando anche del comune sponsor Adidas, che avrebbe contribuito al pagamento dell’ingaggio; possibilità categoricamente negata da Buffon, che avrebbe minacciato addirittura di lasciare il ruolo nel caso in cui l’attuale tecnico del Fenerbahçe fosse effettivamente stato scelto.
Una situazione analoga, come riportato da Libero, sarebbe avvenuta anche in merito all’ipotesi del ritorno di Roberto Mancini, che aveva lasciato nel 2023 dopo l’Europeo vinto due anni prima; stesse condizioni dettate da Buffon, che avrebbe messo Gravina dinnanzi ad un clamoroso “o io, o lui“. Circostanze che, se confermate, evidenzierebbero l’enorme importanza detenuta dallo storico numero 1 azzurro in scelte di significativa caratura. Ed ecco circolare le prime voci che vedrebbero Gravina a riflettere proprio su questo aspetto, con possibilità di allontanare il Campione del Mondo 2006 dal ruolo attualmente ricoperto per evitare che il potere detenuto possa “continuare a crescere“.