Serie A

Chiellini: “Odio sportivo per l’Inter. Su Felipe Melo e Balo…”

Una lunga intervista quella rilasciata da Giorgio Chiellini a Repubblica: il difensore bianconero e capitano della Juventus ha avuto modo di parlare di diversi temi, tra cui la sua autobiografia – che uscirà nei prossimi giorni – la situazione di stallo che il calcio sta vivendo negli ultimi mesi, l’Inter ma anche di Felipe Melo e Balotelli.

Chiellini: “Odio (sportivamente) l’Inter”

Nel suo libro, il messaggio che manda ai nerazzurri è chiaro: “Odio l’Inter”. Ma nel corso dell’intervista, specifica che – chiaramente – si parla di “odio sportivo”:

Penso che la gente capirà cosa intendo dire, che non verrò interpretato male. Io odio sportivamente l’Inter come Michael Jordan odia i Pistons, non posso non odiarla, ma il 99,9 per cento delle volte che ho incontrato fuori dal campo persone con cui mi sono scannato in partita, ci siamo fatti due risate. Difatti il messaggio che mi ha fatto più piacere, quando mi sono rotto il ginocchio, è stato quello di Javier Zanetti. L’odio sportivo è quello che ci spinge a superare l’avversario: se gli si dà il giusto significato, è una componente essenziale dello sport.

Senza freno su Felipe Melo e Balotelli

Non sono certamente parole “dolci” quelle usate da Chiellini nei confronti di Balotelli e di Felipe Melo:

Mi hanno deluso veramente. Confermo quanto scritto in ‘Io, Giorgio’. Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. Uno anche peggiore era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia.

La ripresa della Serie A? “Dobbiamo adattarci”

Questa pandemia ci sta insegnando a vivere il presente, ad adattarci a cambiamenti quotidiani, a ragionare su un futuro di due mesi al massimo. Avevamo comunque bisogno di ripartire, non è semplice e l’ho notato in compagni più giovani di me. Se penso a tre mesi senza tifosi mi passa la voglia. Ci vorrà una forza mentale sovrumana e difatti mi chiedo: ma perché lo devo fare? Ma anche: e perché no? È il nostro lavoro e dobbiamo adattarci, come anche a tutto il resto.

Crediti foto: juventus.com

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Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Foggia N•6/2018

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