Immagine in evidenza: mister Vincenzo Maiuri - crediti foto: canale ufficiale YouTube Cavese 1919 (frame da video)
Al termine di Cavese-Foggia, il tecnico dei blufoncè Vincenzo Maiuri ha analizzato la gara in sala stampa: tutte le sue dichiarazioni.
“Abbiamo lavorato su più sistemi di gioco: nella prima partita un 4-3-3, 3-5-2 a Messina per poi tornare 4-3-3 col Foggia. A me piace allenare questa squadra, perché è una squadra umile dove tutti quanti si mettono a disposizione, mettendo da parte anche il proprio io per cercare di dare un qualcosa alla Cavese. Questo è il gruppo che ho trovato e che mi piace, vedremo anche andando avanti di cercare di migliorare la qualità del gioco e queste situazioni“.
“Il Foggia si è messo a quattro davanti e noi volevamo una superiorità numerica centrale, tre contro due, per giocare inoltre degli uno contro uno. Ci siamo messi 3-5-2 per giocare negli uno contro uno, per poi anche magari con gli attaccanti andare a dare fastidio, in alcune volte ci siamo anche riusciti. A Trapani andiamo a giocare con la cattiveria, togliendo tutto quello che è stato fatto fino ad oggi perché sennò andiamo da presuntuosi e superficiali, invece dobbiamo andare da squadra ferita, colpita che deve fare qualcosa di importante. L’atteggiamento deve partire da un’anima giusta: quando uno vince deve mettere da parte la vittoria e deve trovare umiltà per ripartire, quindi giocando come se avesse perso però con le certezze che la vittoria ti dà. Voglio una squadra che vada a giocare con tantissima umiltà questa partita“.
“Quando si gioca con questi sistemi di gioco che non sono a specchio, perché 4-3-3 e 4-3-3 non sono a specchio, chi fa giocare di più il play può portare la partita dalla parte sua. Loro hanno avuto un atteggiamento iniziale che ci ha dato un po’ di fastidio, perché sembrava quasi un 3-1-2, ma noi abbiamo fatto quello che dovevamo. Mi è piaciuta è la voglia di lottare e portare a casa il risultato, mentre è migliorabile il fatto di chiudere le partite, perché era una partita assolutamente da chiudere, perché poi tu rimani con gente con quella qualità, vedi Millico che prende la traversa con una palla a giro, quindi rischi di buttare tutto. Sarebbe stato veramente bruttissimo buttare via questi tre punti e prenderne magari solo uno, però questa è una squadra che lotta insieme, è una squadra unita. Andiamo avanti tutti quanti insieme in questo modo“.
“Saio è un ragazzo in gamba, che può fare bene: crescerà tantissimo e darà tanto a questa Cavese. Diarrassouba ha fatto bene e deve essere più determinante, perché ha qualità importanti: quando va negli uno contro uno deve determinare un po’ di più rispetto a quello che ha fatto col Foggia, ma lui sicuramente arriverà a fare queste situazioni. Barba ha fatto bene, l’ho visto concentrato, attento e diligente, complimenti anche a lui e a tutti i giocatori, perché ognuno ha messo un’impronta sulla vittoria“.
“Fella sta bene, ha tirato un po’ la carretta in queste tre partite ravvicinate con un viaggio molto dispendioso a Messina, ce ne sarà un altro anche sabato per Trapani. Fella ha tirato tantissimo; ho visto gente coi crampi, ma questa è una cosa bella perché significa avere gente che non molla niente e va oltre ogni cosa per la Cavese“.
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“La Cavese è della gente di Cava, non è mia. Io sono l’allenatore: devo cercare di mettere nelle condizioni i giocatori di fare il loro meglio. Ho visto gente veramente disposta a tutto; abbiamo sofferto con organizzazione e identità di squadra un ritorno del Foggia, perché loro sono una squadra forte, però siamo stati in partita nel modo giusto, con i giusti equilibri e con le giuste distanze tra i reparti. Avremmo potuto chiudere la partita, perché abbiamo avuto diverse situazioni per poterlo fare“.
“Quanto manca alla salvezza? Noi dobbiamo andare avanti partita su partita, è molto importante essere arrivati a 17, ma non dobbiamo fermarci. Dobbiamo azzerare tutto, sabato avremo una partita con una squadra fortissima e arrabbiata, perché la situazione attuale non è in linea con quelli che sono i programmi. Sarà una guerra, dovremo essere all’altezza“.
“Se prima mancava fiducia? Il gruppo, al cambio, era in linea con l’obiettivo. Quando vedo gente che lotta e che si allena bene, mi metto con loro e sto bene con loro. Mi piace vedere gente che lotta, gente che gioca soprattutto per darsi un futuro migliore, perché alcune volte questi ragazzi non capiscono quanto sia importante giocare, migliorare per darsi un futuro migliore… Tante volte si accontentano e si fermano, invece a me piacerebbe vedere questi giocatori crescere sempre di più. La società mi ha chiesto questa crescita dei giocatori, per cui io lavorerò fino alla morte per cercare tanti giovani e la loro crescita: sono dei ragazzi che hanno un futuro davanti, però alcune volte magari ci si accontenta… Non bisogna mai accontentarsi, ma sempre lottare in qualsiasi lavoro, non solo nel calcio: qualsiasi lavoro uno faccia, va fatto per cercare di migliorare nella vita la propria posizione lavorativa“.
“Sono molto onorato di essere qui e l’ho detto già al mio arrivo. Non ho avuto il privilegio di allenare con la tifoseria; non sono uno che va di lingua o ogni volta si batte la mano sul petto, non l’ho mai fatto con nessuno, però devo dire che questo pubblico mi è piaciuto e mi piace proprio tanto. Mi piace tanto vedere un lunedì sera uno stadio di questo genere qua: questo è un motivo per me per rimanere a lavorare tanto di più, per cercare di fare un risultato positivo anche per questa gente, che io conosco da anni ma che non ho mai potuto vedere lavorandoci nella Cavese come allenatore, o magari anche prima come giocatore. La tifoseria è bellissima e calda, io in primis dovrò essere all’altezza di quello che danno loro sempre, perché danno entusiasmo e calore. Sarà molto importante lavorare sempre per dare soddisfazioni, insieme ai miei giocatori, a questa gente qua. Prossima corsa sotto la curva? Vediamo, non è tutto codificabile. A me piace entrare in campo, l’ho fatto anche da altre parti, mi piace godere con i miei giocatori; io vorrei entrare in campo sempre, più entro in campo e meglio è“.
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