Intervenuto nella live Twitch di ieri sera del canale “Cronache di Spogliatoio”, l’attaccante del Catanzaro Pietro Iemmello ha parlato della rosea situazione dei giallorossi in campionato e non solo:

“Io sono di Catanzaro, quindi conosco la storia di questa squadra, di questa città. È dal 2004 che il Catanzaro non gioca un campionato di Serie B; quest’anno, facendo gli scongiuri, siamo partiti bene e stiamo continuando bene. […] Tanti anni fa ero a Foggia con De Zerbi: a livello di gol fatti, gol subìti e qualità di gioco più o meno era simile come squadra. Stiamo portando avanti un progetto importante che ci sta dando soddisfazioni, per ora” – dice il classe 1992.

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Pietro Iemmello Foggia-Catanzaro
Pietro Iemmello, crediti: U.S. Catanzaro 1929

Iemmello: “Vi racconto il mio rapporto con De Zerbi”

Com’è nato il legame instauratasi tra Iemmello e De Zerbi?

“Quando lui è andato a Foggia, io dovevo andare a Messina. Ricordo il corteggiamento che lui mi fece, in modo veramente estenuante, per andare a Foggia. Io ero allo Spezia, ero ancora giovane e stavo iniziando la carriera da professionista: lui, con la caparbietà che ancora oggi si ritrova, mi voleva a tutti i costi lì ed alla fine ho deciso di andare a Foggia. Da lì ci siamo conosciuti ed abbiamo intrapreso un bel rapporto che ancora oggi va avanti. Ci siamo sentiti l’ultima volta due settimane fa.

Il suo modo di trasmettere ai giocatori quello che ha e pensa penso che sia abbastanza rapido: entra subito, diretto, dritto nella testa dei giocatori e non è facile – sappiamo che per un allenatore prima di imporsi e poter imporre i suoi concetti, il suo pensiero ci vuole un bel po’. Penso che la Premier League si sia anche evoluta da quando è arrivato Guardiola, sotto quel tipo di calcio lì, infatti in Inghilterra ci sono ora tante squadre che propongono calcio e gioco offensivo, quando prima magari era contrasti e seconde palle. Secondo me lui non avrà problemi a portare lì le sue idee, come già in poco tempo sta facendo”.

Qual è il tratto distintivo di De Zerbi che ha colpito Iemmello?

“Mi ricordo sette anni fa, quando era il suo primo anno da allenatore: la cosa che mi ha colpito era il modo in cui analizzava le partite, il modo in cui andava a capire dove poter far male e quali fossero realmente i punti deboli dell’avversario, tatticamente più che individualmente. Ciò che ci diceva, si avverava la domenica. Penso che il suo vero intuito, genio sia quello; ovvio che negli anni si sia migliorato e modernizzato, andando di pari passo col calcio che avanza, però penso che la sua bravura sia principalmente in quello”.

Cosa manca al tecnico per puntare ad una big?

“Più che un allenatore, è una persona che ha improntato il suo modo di allenare ed essere per com’è. È una persona leale che per i giocatori si batte molto. Ricordo a Foggia litigasse con la società per far rinnovare i contratti a dei giocatori che la società non voleva rinnovare, lui per i propri giocatori si batte molto. Rispetto al primo anno da allenatore a Foggia è migliorato, perché ha capito che anche il suo modo di essere a volte deve essere un po’ più contenuto: lui è uno passionale, vero, se ti deve dire una cosa la dice, vive le cose a 360° sempre al massimo.

Di anno in anno l’ho visto migliorare, soprattutto l’ultimo anno a Sassuolo. Gli manca lo step di allenare grandi squadre, ma conoscendolo lui non ha l’ansia di dover arrivare ad allenare grandi squadre, perché per com’è fatto lui il Brighton è anche una grande squadra: ha bisogno che tutte le sue “richieste” e quello che lui pensa siano al posto giusto, perché se gli dovesse mancar qualcosa non si ritroverebbe con sé stesso e quindi lì andrebbe a far fatica. Ho letto alcune volte di qualche testata giornalistica o giornale che dicevano ‘Chissà come sarà De Zerbi allenando dei grandi giocatori‘ e mi ricordo la sua frase ‘I grandi giocatori sono umani come quelli che possono essere di bassa classifica o meno importanti’. Sotto questo punto di vista, credo sia migliorato negli anni e non abbia alcun problema nell’allenare una big”.

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Immagine in evidenza: Pietro Iemmello – crediti: foto di Mario Marino (RIPRODUZIONE RISERVATA)

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