In un’intervista a SportWeek, il magazine de La Gazzetta dello Sport, Antonio Cassano assicura di non avere rimpianti, un anno dopo il definitivo addio al calcio giocato.
Dice di vivere felice adesso il suo «secondo tempo della mia vita» a Genova, con la moglie Carolina che “comanda in casa” e i figli Cristopher e Lionel.
“Bisogna volersi bene, guardare dentro se stessi e avere il coraggio di dire basta”
Adesso fa il papà, porta i figli a scuola, gioca tanto a padel: “Sono fortissimo, chiedete a Di Biagio che ha avuto la cattiva idea di sfidarmi” e un paio di volte la settimana a calcetto: “Con i genitori dei compagni di scuola dei miei figli e qui faccio il bravo, sono molto paziente e distribuisco assist che devono solo mettere in porta. Poi c’è la partita vera con Mario Bortolazzi e Gennaro Ruotolo, e lì esce il vero Cassano”.
“Perciò ho deciso di iscrivermi al corso per direttore sportivo che inizia a settembre”.
Fantantonio detesta la Var e il calcio italiano lo annoia “perché c’è poca qualità: l’unico che mi si avvicina è Insigne”. Preferisce il Manchester City e il Barcellona: “Stavolta lo scudetto lo vince l’Inter davanti alla Juventus e al Napoli, perché con l’arrivo di Conte il gap è annullato. Io? Al calcio ho dato solo il 40-50% di quello che avrei potuto dare”.
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