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Caso Turchia, UEFA: “Sanzioni? Prematuro parlarne”

Il vicepresidente UEFA, Michele Uva, si è espresso dicendo la sua a ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno in merito a quanto sta succedendo in Turchia e all’episodio che ha visto protagonista la nazionale turca (il saluto militare nella gara contro l’Albania).

“E’ ovvio che tutte le cose vanno viste e discusse dentro l’Esecutivo, revocare una finale è un atto forte e penso che adesso non siamo nelle condizioni di poterne parlare e discutere. Col Comitato esecutivo e il presidente Ceferin valuteremo insieme le situazioni ma mi sembra prematuro parlare di sanzioni a questo livello. Il momento politico non è dei migliori e anche se c’è una separazione netta fra gli aspetti politici e quelli sportivi, il calcio non può fare finta di nulla rispetto a quello che sta succedendo. Federazioni, giocatori e allenatori sono sottoposti a regole precise e una violazione di queste regole comporta delle indagini suppletive ed eventualmente delle sanzioni. Lo sport, e soprattutto il calcio che ha una esposizione mediatica mondiale, non può permettersi segni distintivi di natura politica. Certi gesti sono assolutamente da biasimare.

Poi Uva ha parlato della sfida Francia-Turchia circa eventuali sansioni

“Dipende molto non solo dai referti del delegato Uefa e dell’arbitro, ma chiaramente dalle immagini televisive e fotografiche. Quella della federazione è una sanzione per responsabilità oggettiva, poi si può passare anche a sanzioni per i singoli giocatori. Ma sono valutazioni che vanno fatte solo dopo aver visto tutto il materiale e questo spetta agli organi inquirenti e giudicanti della Uefa. Mi aspetto che sia una bellissima partita perché ha un valore sportivo altissimo. Mi auguro che tutto sia ricompreso in uno spettacolo sportivo straordinario. C’è attenzione dal punto di vista della sicurezza, ma spero che i tifosi dimostrino di amare il calcio e di non sconfinare nell’ambito politico, che è qualcosa che ci fa tremare tutti”.

Istanbul inopportuna per la finale di Champions

Nota del ministro dello sport italiano, Vincenzo Spadafora, inviata al presidente dell’Uefa Alexander Ceferin per chiedere “se non sia inopportuno mantenere ad Istanbul la finale di Champions League il 30 maggio 2020 alla luce dei gravissimi atti contro la popolazione civile curda e dell’intervento con il quale l’unione europea condanna l’azione militare della Turchia”.

Foto: tff.org

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