Dal 2 al 5 luglio il titolo della Juventus è passato da 0,65 euro a 0,88 euro per azione con un guadagno “virtuale” di oltre 200 milioni di euro in cinque giorni: la CONSOB ha formalizzato una richiesta di chiarimento alla società bianconera.
Il timore dell’ente di vigilanza è che la dirigenza juventina abbia eseguito una pratica di aggiotaggio, un reato disciplinato dal codice penale e dal codice civile italiano. Tale reato è indicato nell’articolo 501 del codice penale: “Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio”, riassumibile così:
“Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822. Se l’aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate. Le pene sono raddoppiate: 1) se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri; 2) se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo. Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all’estero, in danno della valuta nazionale o di titoli pubblici italiani. La condanna comporta l’interdizione dai pubblici uffici”.
Aumento del valore azionario per il titolo Juventus nel periodo 2 luglio – 5 luglio
La risposta della Juventus alla CONSOB
“Su richiesta della Consob, in relazione alle notizie diffuse recentemente dagli organi di stampa, Juventus Football Club Spa precisa che durante la campagna trasferimenti la società valuta diverse opportunità di mercato e all’eventuale perfezionamento delle stesse fornirà adeguata informativa nei termini di legge”.