martedì, 5 Dicembre, 2023

Il derby Lazio-Roma, chi non lo vive non può capire

Divisi per 90 minuti, insieme per la vita. Lo scrisse un ragazzo alla sua bella che apparteneva all'altra fazione: perché Lazio-Roma lo capisce solo chi lo vive

Articolo a cura di Gianpaolo Limardi

Lunga vita al derby Lazio-Roma. Il Tevere, le sue due sponde! Chi non lo vive non può
capire. Un giorno Paul Gascoigne s’inerpicò, lassù dove osano le Aquile, e schiacciò in rete
di testa un mancino telecomandato di Signori. Io c’ero. Come quando Beppe gol uscì dalle
brume dei fumogeni sotto la Sud, l’altare del tifo giallorosso, con il pugno alzato.

Il suo destro decise la prima stracittadina di Totti. Quella volta Marchegiani parò un rigore al
principe Giannini. Finì 1-0. Il sogno di ogni tifoso: vincere un derby così! Ogni sfida è
pianto o sorriso. Morte o resurrezione. E… tre giorni di febbre per una sconfitta: toccò a un
compagno di gradinata dalla feroce fede calcistica. Mazzone umiliò la Lazio di Zeman. Lui
rimase a casa senza alzarsi dal letto
per 72 ore. Stava una fila sopra la mia.

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Delio Rossi Foggia-Potenza
Immagine in evidenza: uno scatto di Foggia-Potenza (Playoff Serie C 22/23) – crediti: foto di Luigia Spinelli (RIPRODUZIONE RISERVATA)

Il derby Lazio-Roma se non lo vivi non puoi capirlo

E ancora il tuffo di Delio Rossi nel Fontanone al Gianicolo. Un idolo per la torcida biancoceleste. Il derby porta il fuoco dentro. È la condivisione di un’emozione trascinante. Travolgente. C’è
un popolo che diventa monolitico. Le critiche, i diversi punti di vista, i giudizi rabbiosi si
perdono nell’etere dell’inesistenza
. Tutti uniti. Contano solo Lazio e Roma. Non c’è una
grey-zone. Divisi per 90’, insieme per la vita.

Lo scrisse in uno striscione un innamorato alla sua bella che apparteneva all’altra “fazione”. C’è il rispetto della distanza. Il conflitto d’interessi. Guai a spartire pezzi di paure con l’avversario. Lazio-Roma è una tragedia greca, è l’Eneide dei sentimenti.

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Immobile
Immagine in evidenza: Ciro Immobile durante Lecce-Lazio (Serie A 22/23) – crediti: foto di Pasquale Golia (RIPRODUZIONE RISERVATA)

C’è però una data scolpita nelle opere rupestri della Città Eterna. Il 26 maggio. Minuto 71. Il nome di un ragazzo bosniaco dal passo caracollante: Senad Lulic. Finale di Coppa Italia!

Il punto di non ritorno. Una partita che si tramanderà per secoli. Sino a che esisteranno un laziale e un romanista. Loro, intanto, sono pronti a vivere un altro scontro senza domani. Non possono fare a meno di cercarsi, di rincorrersi. Lazio contro Roma è tutta qui. L’una è la vita dell’altra. O almeno così ci piace raccontare il derby della Capitale!

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