Per commemorare il grande Torino il testo di questo articolo, in veste speciale, sarà color granata.
Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta
Con le belle parole di Indro Montanelli, introduciamo questo articolo commemorativo. Un elenco delle più belle frasi sul Grande Toro.
Le facce antiche, con le rughe, di quando ancora si poteva leggere nel volto il carattere e forse il destino. Ragazzi adulti con i capelli ordinati nel segno di quel tempo ed il piglio fiero di chi sa di essere il più forte
Aldo Serena
Il 4 maggio scelsero il paradiso, al mondo non c’era più nessuno da battere
Alessandro Bongiorno
Era il 4 maggio del 1949 quando l’aereo con a bordo il Grande Torino, i dirigenti, gli accompagnatori, i giornalisti e l’equipaggio stava rientrando da Lisbona dopo una partita con il Benfica. Beh quell’aereo non fece più ritorno a casa e da allora quella squadra di campioni soprannominata la squadra degli Invincibili è diventata leggenda! A noi il compito di non dimenticare degli Uomini prima che calciatori che hanno fatto la storia del calcio mondiale e di fare il modo che il Grande Torino diventi a tutti gli effetti un patrimonio nazionale da custodire come un bene prezioso del nostro paese e da tramandare ai più giovani per i valori umani che sapeva esprimere, valori che oggi sono sempre più in estinzione
Moreno Longo
Anche per chi, come me, vede sempre la città in bianco e nero, il 4 maggio il cielo su Torino è di un incantevole granata. Onore al Grande Torino
Claudio Marchisio
I luoghi del cuore della città dove vivi diventano tuoi quando ne rispetti la leggenda. Superga è uno di questi. Onore al Grande Torino
Paulo Dybala
Se la sorte ti ha dato in dote di essere innamorato di una squadra come il Torino, beh allora avrai la ragionevole certezza che quel tuo amore non sarà mai angustiato dalla monotonia, ma da qualsiasi altra possibile condizione dell’animo, inevitabilmente sì
Federico Buffa
Tutti tifavano quei colori, comunque simpatizzavano per essi, tutti sapevano a memoria la filastrocca, Bacigalupo – Ballarin – Maroso – Grezar – Rigamonti – Castigliano – Menti – Loik – Gabetto – Mazzola – Ossola. Anche chi il calcio mai lo aveva seguito
Piero Vietti
Sotto la pioggia di un pomeriggio del 1949 la squadra più forte del mondo abbandonò la scena della sua storia ed entrò di schianto nella sua eternità. Erano le 17.03 del 4 maggio, quando la torre di controllo dell’aeroporto di Torino cominciò a sospettare che ci fosse qualcosa che non andava: il pilota dell’aereo che riportava a casa i giocatori del Torino non rispondeva più alla radio. Le nubi basse, inconsuete per la stagione, addormentavano la città da qualche ora, quando si udì l’esplosione
Piero Vietti
Il Filadelfia. Uno stadio dove il Torino non aveva mai perduto per quasi sei anni, dove in cinque campionati le squadre ospiti erano riuscite a portare via appena otto punti. Un vecchio stadio da trentamila posti, gradinate e tribune a un metro dal terreno. Quando i granata battevano la fiacca, succedeva anche a loro, c’era un trombettiere che suonava la carica e capitan Valentino si rimboccava le maniche. Allora il Toro si scatenava, sembrava che in campo ci fosse un’invasione di maglie granata e i gol fioccavano
Giorgio Tosatti
Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza
Carlin
Quando il Grande Torino attaccava e dominava, il portiere Bacigalupo si sedeva sulla linea bianca
Gian Paolo Omezzano
Foto: pagina Facebook “Romanzo Calcistico”