Basta, di te già non ne posso più: fulmini a Trigoria | Rottura Gasperini-Ranieri

Illustrazione di Ranieri (LAPresse FOTO) - lagoleada.it
Questa situazione sembra essere già insopportabile, nonostante non sia iniziato ancora il campionato e ka stagione in generale.
Quando la dirigenza e l’allenatore sono ai ferri corti, si respira un’aria tesa che va ben oltre le semplici divergenze di vedute. Le frasi dette in pubblico diventano ambigue, le mezze parole pesano come macigni, e i silenzi valgono più di mille dichiarazioni.
A volte lo scontro è sotterraneo, fatto di scelte tecniche che sanno di sfida, altre volte esplode apertamente davanti ai microfoni. Le prime avvisaglie arrivano sempre dal campo.
Si comincia con esclusioni inaspettate, moduli improvvisamente rivoluzionati, conferenze stampa piene di nervosismo. I giocatori avvertono la tensione, iniziano a schierarsi o, peggio, a disinteressarsene.
Le prestazioni calano, i risultati vacillano, e i tifosi iniziano a chiedersi cosa stia succedendo dietro le quinte. In questi casi, o si trova un punto d’incontro rapidamente oppure lo strappo diventa irreparabile.
Una situazione particolare
Il calcio, si sa, è fatto anche di rapporti umani. E quando in gioco ci sono due personalità forti come Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri, il margine di equilibrio diventa delicato. Da un lato c’è l’allenatore che ha riscritto la storia dell’Atalanta, trasformandola da squadra da metà classifica in una macchina da guerra capace di alzare un’Europa League e affrontare a viso aperto i giganti della Champions. Dall’altro c’è un’icona del calcio italiano, che alla Roma ha lasciato un’impronta profonda e che, anche se ora ha smesso con la panchina, resta una figura presente e influente all’interno del club.
L’analisi pubblicata da Cronache di Spogliatoio attraverso la newsletter “Sciuscià” apre uno spunto interessante: quanto sarà davvero solido il rapporto tra Gasperini e Ranieri? I due si stimano, certo, ma la convivenza professionale richiederà un equilibrio che non è scontato. Ma la domanda resta sospesa: cosa accadrebbe in caso di tre risultati negativi di fila? La pressione aumenterebbe, e il ruolo di Ranieri – anche se dietro le quinte, tornerebbe centrale.

Tra libertà, aspettative e investimenti
Come riportato da Cronache di Spogliatoio, Gasperini arriva a Roma con l’etichetta di tecnico vincente. Non solo per i trofei, ma anche per le plusvalenze che il suo gioco ha generato: decine di giocatori valorizzati, venduti a cifre record. Tutto questo a Bergamo, in un ambiente che conosceva come le sue tasche, dove aveva autonomia piena e regole cucite su misura. Ora si apre una fase completamente diversa. La Roma non è come l’Atalanta al momento, e il progetto giallorosso è ambizioso, ma anche potenzialmente fragile, a tratti sbilanciato. A livello economico, le plusvalenze non sono bastate, e la finale di Europa League persa brucia ancora.
I Friedkin vogliono crescere, sì, ma non intendono farlo a perdere. Per loro, Gasperini è un investimento tecnico e identitario. Ma anche Ranieri, in fondo, è stato l’artefice di una stagione quasi miracolosa, riportando la squadra in Europa partendo da una zona vicinissima alla retrocessione. Ranieri è rimasto a Roma, pur senza il ruolo di allenatore. Ma la sua figura è lì, presente, quasi ingombrante. E il vero banco di prova sarà proprio questo: Gasperini dovrà essere sé stesso, come a Bergamo, ma dentro un contesto che non è più costruito su misura per lui.