Arbitrava in Serie A durante Calciopoli, poi diventa imprenditore | Si è tolto la vita per i troppi fallimenti

Arbitro

Arbitro (Depositphotos foto) - www.lagoleada.it

Dai più prestigiosi campi di Serie A al fiasco imprenditoriale. La storia e il dramma dell’ex prestigiosissimo fischietto

Lo scoppio del caso Calciopoli ha inevitabilmente portato ad un drastico cambiamento nel mondo del calcio, soprattutto sotto il punto di vista organizzativo e delle designazioni arbitrali, inducendo più di qualche precedente spettatore appassionato ad abbandonare per sempre le dinamiche di campo.

Era il 2006 quando venne scoperchiato un sistema di condizionamento arbitrale, che sarebbe poi divenuto noto in gergo come “La Cupola“, composto da dirigenti di alcune delle squadre più impattanti ed influenti del pallone tricolore.

Occorre precisare come gli arbitri non fossero stati direttamente inquadrati come membri della “Cupola”, costituenti parte attiva all’interno della stessa: piuttosto di aver intrattenuto rapporti di privilegio con determinati dirigenti.

A finire nel mirino dei media e delle aule di tribunale, parallelamente, furono soprattutto due designatori arbitrali dell’epoca, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, accusati di aver assegnato in molteplici occasioni arbitri ad una gara o ad un’altra al fine di condizionare l’andamento dell’incontro.

Il dramma

Davide Pecorelli, ex arbitro della Sezione di Arezzo, è stato condannato a 4 anni di reclusione a seguito della sentenza emessa dal Tribunale di Puke, appartenente alla Prefettura albanese di Scutari. La vicenda che ha coinvolto l’ex fischietto, poi divenuto imprenditore nel settore beauty, ha davvero dell’incredibile, ma sembra, adesso, finalmente aver trovato una definitiva parola “fine”. Nel Gennaio 2021 lo stesso Pecorelli aveva finto la sua morte, carbonizzato dentro un’automobile, proprio in Albania, salvo essere nuovamente sorpreso a navigare nel Mar Tirreno come fosse un vero e proprio naufrago, nei pressi dell’Isola di Montecristo, raccontando una storia che lo vedeva protagonista di una caccia al tesoro.

Quasi due anni dopo, il 2 Ottobre 2022, lo stesso Tribunale di Puke avrebbe proceduto ad emettere un mandato di arresto internazionale, a seguito della condanna nei confronti dell’ex direttore di gara per aver commesso i reati di truffa aggravata in concorso, intralcio alla giustizia in concorso, distruzione della proprietà in concorso, profanazione di tombe in concorso e attraversamento della frontiera illecito.

Disavventura per l'arbitro
Disavventura per l’arbitro (AIA FIGC foto) – www.lagoleada.it

Gli sviluppi che seguiranno

Adesso, la Corte d’Appello di Perugia ha disposto parere favorevole circa l’estradizione di Pecorelli, che attualmente si trova in Italia, ma che dovrà necessariamente raggiungere la vicina Albania per scontare la pena inflittagli. Ma quale grave situazione ha spinto l’ex arbitro dell’AIA di Arezzo a mettere addirittura in scena la sua scomparsa, oltretutto costruendo uno scenario a dir poco tragico?

Debiti e conti non saldati che avrebbero spinto il soggetto in questione ad inscenare la sua morte, prima, salvo poi fuggire, tendando di condurre una vita lontano dai riflettori abituali che lo avevano sempre seguito, oltre che da arbitro, anche da imprenditore. Di determinante importanza è stata, dunque, la decisione della Giustizia Italiana, che ora, di fatto, aprirà le porte del carcere a Davide Pecorelli, in Albania, dove dovrà scontare la sua pena a fronte non soltanto dei problemi finanziari, ma anche delle pratiche decisamente poco limpide ed etiche, nonché censurabili da parte della giustizia, delle quali si è reso protagonista. Lo scrive Arezzo Notizie.