Antonio Cassano raccontato da Tonino Rana
“Arrivò qui che aveva 7 anni e lo esaminai per le insistenze di suo zio. Non avevamo formazioni per bimbi così piccoli, però visto che ‘rompeva’ dissi: ‘Vabbé, diamo un’ occhiata’. 5 minuti bastarono: ‘Un tocco di palla pazzesco. Mi venne spontaneo esclamare: ‘Fermi tutti, sto bambino si ferma con noi’. Cresciuto di età e alle prese con i primi campionati, Antonio divenne l’attrazione di Bari. Era un fenomeno, cercavo di contenerlo e non ce la facevo. Segnava gol a caterve, faceva piangere avversari. Ma anche i compagni. Era un ‘mariuolo’. Gettava nel water le scarpe dei compagni e una domenica bucò uno a uno i fondi dei bicchieri di carta che avremmo usato per il pranzo. Una domenica si annoiava, aveva segnato troppo e così, quando ci fischiarono una punizione dal limite a favore, urlò alla panchina: ‘Mister colpisco l’ incrocio dei pali‘. Detto fatto, e quando gli chiedemmo il motivo rispose: ‘A fare gol sono capaci tutti, la porta è grande, più difficile è prendere i legni‘. Incontrollabile, il baby Cassano si divertiva così. Negli Allievi Angelo Carella instaurò un grande rapporto con Antonio ed è lì che inizia a farsi conoscere anche fuori. Andiamo a Trigoria per affrontare la Roma e, davanti a 2.000 persone, delizia con colpi da vero fuoriclasse. A fine gara, si avvicina un ragazzo e mi fa: ‘mister, scusi, ma chi è ‘sto ragazzino? ‘Risposi: ‘Uno forte come te’ e me ne andai ridendo. Quel tipo era Francesco Totti. Capito il destino. Era imprendibile. Per lui era inconcepibile finire la partita senza fare tunnel e un giorno, infilato un difensore che non gli stava molto simpatico, gli urlò: ‘E chiudi quelle gambe, non fare come tua madre’. Immaginate. Ne venne fuori un putiferio indescrivibile”
Tonino Rara, crediti: Romanzo Calcistico