Latina, Padalino: “Foggia? C’è emozione, ma testa alla mia squadra”

Immagine in evidenza: mister Pasquale Padalino - crediti foto: canale ufficiale YouTube Latina Calcio (frame da video)
Nella tarda mattinata odierna, il tecnico del Latina Pasquale Padalino ha presentato la sfida di Serie C – girone C con il Foggia, in programma alle 20:30 di domani, 16 settembre: tutte le sue dichiarazioni.
“Come tutte le settimane, ovviamente andiamo dopo aver visionato quella che è stata la partita precedente, facendo anche i dovuti confronti con le altre. Abbiamo visto e analizzato quello che nel complesso magari ci può aver creato dei problemi e dove possiamo andare alla ricerca di un miglioramento nel breve ma soprattutto anche nel medio-lungo termine. Noi siamo una squadra che tendenzialmente prova a giocare, quindi quando a fine gara contro la Turris ho detto che non avessi nulla da rimproverare i miei nonostante la sconfitta per 2-0, ovviamente è stata una riflessione fatta a caldo, che però mi è stata confermata anche a freddo: non sono un visionario e so che abbiamo sbagliato delle cose, però poi nella sostanza, rivedendo la gara, io e il mio staff ci siamo resi conto che c’è da perfezionare qualcosa sotto l’aspetto del gioco, del controllo della gara, della gestione del pallone e per le cose che siamo allenati a fare. Non abbiamo subìto, non siamo stati sommessi o sopraffatti ma sicuramente poco determinati e in alcune situazioni un po’ passivi: su questo abbiamo puntato il dito questa settimana, proprio sul fatto di mettere, oltre alle qualità tecniche che sono indiscusse di gran parte dei calciatori di questa cosa, anche quella voglia di fare il risultato, quel desiderio di vincere un contrasto, quell’agonismo sano che ci deve essere all’interno di una squadra per giocare per qualsiasi obiettivo. Che sia la salvezza, i playoff o la vittoria del campionato alla fine dell’anno, è fondamentale che alla tecnica e alla qualità che viene riconosciuta a questa squadra, da me per primo, vada messo un qualcosa in più che in queste tre partite ci è mancato, perché se guardo solo le gare senza entrare nel dettaglio e soprattutto senza scavare io non riconosco nessuna superiorità da parte dell’avversario, ma con dati alla mano. Secondo il mio modo di vedere e per quello che è il mio modo di fare calcio non abbiamo subìto l’irruenza, forse l’unica squadra con la quale abbiamo avuto un confronto un po’ più paritario è stata la Casertana, che tra l’altro ha trovato il pareggio al 98°, ma anche lì c’è stata una disattenzione al 97° e passa, dunque è sintomatico che dipenda da un atteggiamento, da un vivere quel momento con poca percezione del pericolo e con poca pericolosità della situazione: non puoi fare 95 minuti seppur giocando e poi al 97° prendere un gol che per principio non devi prendere, non perché non si possa prendere gol, ma perché una linea difensiva non può essere essere molto lenta o poco aggressiva. Capita, perché è capitato anche ad altre squadre di non solo di Serie C ma anche di Serie A, ma la cosa importante è che i miei devono mettere quell’attenzione dal principio, cioè devono capire che le loro qualità sono e vengono esaltate se insieme ci mettono anche quella giusta cattiveria che occorre per voler giocare per qualche cosa, perché diversamente non sei protagonista e ti ritrovi ad analizzare le partite, cercando di capire cosa non sia andato e andando alla ricerca di alibi. Tenere la palla non è sufficiente, occorre che ci sia determinazione in qualsiasi momento della partita, che sia il primo minuto – quando dovresti essere lucido – e a fine gara o nei tempi supplementari o nei tempi di recupero, quando si è meno lucidi e anche in quei momenti devo avere la capacità di leggere la situazione, di leggere il pericolo“.
“C’è un problema del gol? Fosse solo quello, saremmo a un punto altissimo del lavoro fatto, ma in realtà non è così. Il problema del gol può dipendere da tanti fattori: in maniera semplicistica si potrebbe dire che in zona gol si è poco freddi, poco lucidi, non siamo cinici… Le solite giustificazioni o motivazioni, se vogliamo chiamarle così, ma in realtà dipende dallo stato d’animo di un calciatore, da quanto vivi quella situazione, da quanto hai dentro la convinzione di realizzare un gol anche apparentemente semplice, perché se ci arrivi con un certo tipo di determinazione hai un risultato, se ci arrivi con una leggerezza perché apparentemente ti sembra semplice è un altro, se ci arrivi sapendo di non arrivarci sicuramente non fai gol; poi dipende anche dal comportamento di chi deve fare la rifinitura, di chi deve smarcarsi, di chi deve fare il passaggio giusto… Sono molte le motivazioni e le cause che portano a non essere così risolutivi, nonostante noi rispetto alle concorrenti e alle squadre che abbiamo incontrato abbiamo creato molto di più, quindi potenzialmente c’è questa capacità e la squadra sta lavorando in questa direzione, ma poi manca sempre lo zampino finale. Evidentemente va lavorato, perché anche il lavoro negli ultimi 20 metri lo si può fare e lo abbiamo fatto, non abbastanza ma poi tutto dipende da quello che individualmente uno è capace di fare“.
“Abbiamo recuperato Capanni ma non quelli fuori da qualche settimana, come Polletta e Serbouti. Ieri si è fermato per un per un problema di poco conto, credo, Di Renzo. Gli altri sono tutti arruolabili, tranne qualcuno che può avere qualche piccolo acciacco ma niente di preoccupante“.
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Latina, Padalino: “Foggia? Non è la prima volta che lo incontro. Testa solo alla mia squadra”
“Come cambia il centrocampo del Latina con Petermann? Lui è un calciatore affermato in questa categoria, per le potenzialità che ha a mio parere potrebbe o avrebbe potuto fare anche molto di più della sua rispettabile carriera che ha svolto. Lui ha la capacità di giocata anticipata, di un calcio lungo, della visione di gioco, riesce a dettare i tempi… Aggiunge qualità a una squadra che già ce l’ha, in più aggiunge la sua fisicità se riesce a controllarla, come non è stato a Taranto. Nel complesso, è in grado di dettare i tempi a una squadra, rispetto alle caratteristiche della stessa: gente come Riccardi, Ndoj e Ciko partecipa molto di più alla fase offensiva, soprattutto nell’ultimo pezzo di campo, nella trequarti avversaria, Petermann riesce a dare quell’equilibrio a mio parere molto importante“.
“Che gara sarà per me? Non è la prima volta che incontro il Foggia, ormai ci ho fatto un po’ l’abitudine. Credo che col Foggia ci siamo incrociati cinque volte: ho fatto una vittoria, una sconfitta e tre pareggi. Al di là di questo, ovviamente l’emozione c’è essendo foggiano, ma per questa partita ovviamente devo pensare esclusivamente alla mia squadra. Non voglio avere altre distrazioni, il cuore sarà messo da parte perché devo fare il mio mestiere e cercare di dare il mio contributo da professionista e da tecnico ai miei calciatori, cercando il miglior risultato possibile. Finita la partita ovviamente si ripristineranno poi i valori, gli affetti e quant’altro, ma per questa gara ognuno deve fare il suo e pensare alla sua carriera e alla sua strada, soprattutto“.
“Che squadra è il Foggia? La pesante battuta di arresto contro il Monopoli secondo me ha inciso anche un po’ sulla gestione dei rapporti tra interno ed esterno, aprendo qualche discussione, ma credo che questo a Foggia sia sempre capitato e continuerà a capitare. Sarà una partita che ovviamente vedrà due squadre che, si è scritto, hanno voglia di riscatto: in realtà siamo alla quarta giornata, non la vivrei personalmente con tutta questa tensione. Sappiamo tutti che il risultato è importante, tutti vogliono vincere ma noi lavoriamo per provare a vincere che è una cosa differente, la certezza non ce l’ha nessuno. Il Foggia è una squadra che ha un’idea precisa del suo calcio, molto offensiva, che chiede al reparto più avanzato di occupare bene l’ampiezza con in un 4-2-3-1 o 4-2-4, si può chiamare come lo si vuole, poi è ovvio che la differenza la faccia l’interpretazione. Noi vogliamo regalare un successo alla nostra tifoseria e prenderci una bella soddisfazione come squadra, perché credo che le partite precedenti ci abbiano visto raccogliere meno di quello che avremmo meritato. Parlando con società, presidente e direttore sportivo, hanno manifestato questa loro positività all’interno: nonostante due punti in tre partite, hanno intravisto che c’è stato sempre il massimo impegno. Hanno percepito anche loro i limiti e quello che ha potuto condizionare le gare con episodi, tipo i due gol di Torre del Greco, ma non hanno ravvisato una squadra fuori dal progetto. Questo fa parte della crescita: la nostra è un po’ più lunga, perché lavoriamo su una programmazione lavorativa, su un modo di fare calcio che necessita di più tempo e non su un calcio molto più sbrigativo, dove occorre magari avere meno responsabilità e andare alla ricerca della concretezza. Sono due processi diversi: vogliamo creare un’identità, lavorare su alcuni princìpi e capire cosa si sta facendo, che passa attraverso una disponibilità temporale un po’ più lunga rispetto invece a una ricerca immediata di un attacco diretto, che toglie dalle responsabilità i calciatori e ti fa lavorare soprattutto sulle seconde palle e su quelli che possono essere i rimbalzi piuttosto che i contrasti, ma anche all’interno di queste due modalità di intendere il calcio occorre che ci sia la voglia di fare il risultato. Non è che uno escluda la possibilità di fare calcio cercando di fare risultato a tutti i costi: possono essere tutte e due vincenti o perdenti, non c’è una ricetta giusta, ma noi abbiamo intrapreso, proprio per le caratteristiche che i nostri calciatori hanno, un modo di intendere il calcio basato sulla qualità, perché abbiamo calciatori che hanno queste caratteristiche, che sono indiscusse – poi vanno applicate e sostenute da una buonissima dose di aggressione, cattiveria e determinazione, perché senza queste purtroppo il calcio ma soprattutto lo sport non ti regala soddisfazioni“.
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Immagine in evidenza: mister Pasquale Padalino – crediti foto: canale ufficiale YouTube Latina Calcio (frame da video)