Tutti abbiamo la responsabilità di rendere il mondo un posto migliore“. 

Premiata come “Calciatrice dell’Anno” dal quotidiano britannico “The Guardian“, il centrocampista del Reign Football Club Megan Rapinoe espone i suoi progetti per il futuro in una lunga intervista. Da anni, infatti, la statunitense è paladina dei diritti civili, specialmente per la comunità LGBT:

“È tutto così strano, ho sempre pensato tutto quello di cui parlo, e sono sempre stata una calciatrice, ma ora è tutto amplificato. Tutti possiamo rendere il mondo un posto migliore. Questo è il momento e ne sono consapevole. Non sto solo vincendo tutti questi premi perché ho avuto un grande anno, ma è il culmine di tutto: viene da Colin Kaepernick (giocatore NFL che ha contestato il presidente USA, Donald Trump ndr.), dal MeToo (movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne ndr.) e da tutti questi altri movimenti. È un privilegio e un onore essere una specie di portavoce. È una grande responsabilità e sento di dover invitare anche altre persone che potrebbero benissimo essere al mio posto”.

Sulla schiacciante vittoria degli Stati Uniti ai Mondiali in Francia

“C’era grande pressione su di noi, sarebbe stata una catastrofe non vincere. Ma è sempre così. È stato un grande sforzo di squadra. Non penso di essere Lionel Messi. Non sono a quel livello, ma essere in grado di accoppiare tutto insieme è la cosa più importante: stiamo assistendo ad un cambiamento del mondo che ci circonda e ne facciamo parte. È una sensazione avvincente e motivante. Penso davvero che la nostra vittoria abbia toccato la vita delle persone. C’era la sensazione che tutte avessimo vinto, come se fosse qualcosa di più grande“.

Immagine in evidenza: BBC

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