PANICO IN SERIE C, tifosi aggrediscono la squadra | Volano schiaffi al centro sportivo: a Foggia sono sconvolti

Tifosi foggiani (Calcio Foggia foto) - www.lagoleada.it
Un episodio che ha riscosso un clamore assoluto. Scene come queste non si vedevano dai tempi degli hooligans britannici
Il mondo del calcio italiano, scindendo il campo dalle questioni che avvengono sugli spalti o fuori dal rettangolo di gioco, è da sempre stato teatro di scontri tra le differenti tifoserie avversarie.
E’ il fenomeno ultras, complesso e radicato, che spinge gli appartenenti ad una determinata curva a cercare lo scontro fisico con i rivali al fine di far prevalere il proprio pensiero ideologico, politico, oppure per una mera questione di identità regionale o cittadina.
D’altronde il concetto di ultras si distingue profondamente dalla figura del semplice tifoso; è proprio lo stesso termine a definirlo, poiché “ultras” può essere tradotto con “oltre” o “più in la“. Capite come ciò voglia trasmettere un sentimento ben più esteso di passione e fedeltà verso i propri colori.
La storia d’Italia è stata, purtroppo, macchiata da eventi che hanno visto negli ultras protagonisti negativi e che hanno condotto il pensiero comune ad inquadrare la presenza di questa specifica categoria di sostenitori come un vero e proprio problema, una minaccia alla stabilità e all’ordine pubblico.
Tensioni e match delicati
L’esterno Franco Lepore, con un passato tra i professionisti con le maglie di Lecce, Vicenza, Monza e Lecco, sua ultima squadra prima di restare senza contratto, è stato ospite nella trasmissione YouTube “Centrocampo“, raccontando aneddoti vari relativi alla sua carriera da giocatore. A destare particolare clamore è stata l’uscita del classe 1985 circa la sua personalissima esperienza del derby campano tra Salernitana e Nocerina: Lepore ha militato per quest’ultima nel corso dell’annata 2013-14, affrontando in prima persona la sfida contro i Granata del 10 novembre 2013, che segnò di nuovo l’incontro tra le due compagini, storicamente rivali, dopo molteplici anni di assenza.
La gara viene ricordata ancora oggi per quello che avvenne nel pre-partita e nei minuti immediatamente successivi al fischio d’inizio. Già prima della gara si era a lungo discusso circa la possibilità che i sostenitori della Nocerina potessero o meno raggiungere Salerno per assistere alla sfida: al fine di evitare ogni qualsivoglia rischio di disordini pubblici, i sostenitori rossoneri erano stati costretti a sottoscrivere la Tessera del Tifoso, che rappresentava un totale lascia passare per prendere parte alla trasferta.

Scoppia il caso e scatta la “guerriglia”
Ma ecco arrivare, appena un paio di giorni prima dall’effettiva disputa, la notizia che fece infuriare i tifosi della Nocerina, ossia l‘impossibilità per loro di recarsi all'”Arechi” per seguire la propria squadra. I primi ad essere bersagliati dall’ira dei sostenitori, come racconta lo stesso Lepore, furono proprio i giocatori, che mentre si trovavano in ritiro cominciarono ad udire rumori di bombe carta e urla, venendo interrotti nel pieno della riunione tecnica da un appartenente delle forze dell’ordine che ordinò loro di sbrigarsi a terminare l’incontro e prepararsi a scappare, in quanto la situazione stava degenerando. Ed effettivamente fuori dalla sede del ritiro della Nocerina, prosegue Lepore, un “cordone di ultras” stava attendendo i giocatori, rei, a detta loro, di aver comunque disposto la propria disponibilità a giocare la partita, anche in assenza di pubblico.
Quanto ne seguì furono scene realmente tremende, con alcuni calciatori presi a schiaffi e altri spaventati a tal punto da essere vittime di crisi o conati di vomito all’interno del pullman, stando al racconto dell’allora militante in maglia rossonera. La gara avrebbe avuto effettivamente inizio, con l’allora allenatore della Nocerina, Gaetano Fontana, che in segno di protesta decise immediatamente di giocarsi le tre sostituzioni, e con i suoi giocatori che cominciarono a simulare infortuni, costringendo il direttore a sospendere l’incontro dopo nemmeno 30 minuti di gioco, con la decisione finale da parte della Lega di assegnare la vittoria per 3-0 a tavolino proprio alla Salernitana. Di certo una situazione che allora, come oggi, lasciò tutt’altro che sereni i sostenitori del Foggia, da sempre al centro di un’accesissima rivalità con la fazione sostenitrice della Nocerina, la cui “spietatezza” e determinazione per raggiungere i propri obiettivi non può assolutamente passare inosservata.