Tutti i nodi vengono al pettine: altro grande no alla Nazionale | Nessuno vuole vestire la maglia azzurra

Maglia della Nazionale

Maglia della Nazionale (Shutterstock foto) - www.lagoleada.it

Un potenziale futuro top player declina la Nazionale Italiana. L’ennesima riprova di un blasone sempre più sfocato

E’ sotto gli occhi di tutti come la Nazionale italiana stia vivendo un periodo di grande crisi, recentemente culminato con l’esonero dell’ex c.t. Luciano Spalletti in favore del ritorno, questa volta in panchina, di Gennaro Gattuso, per tentare di scuotere positivamente l’ambiente.

Sembra assurdo crederlo, perché non esiste nessun’altra Nazionale storicamente così vincente capace di raggiungere un baratro che appare impossibile da colmare; 4 Coppe del Mondo e 2 Campionati Europei, che fanno degli Azzurri uno dei team più di successo della storia del calcio.

Momenti, quelli dei trionfi, che sembrano distare ormai anni luce, nonostante l’ultimo successo degno di nota sia arrivato “soltanto” quattro anni fa, con la conquista della coppa a Euro 2020 (disputato poi nel 2021, causa Covid-19) firmata Roberto Mancini.

Per molti, quel momento ha rappresentato un crocevia che si sarebbe poi rivelato cruciale, anche se in modo negativo. Un prezioso propizio per ripartire, non sfruttata a dovere, secondo alcuni; un occasionale bagliore in un cielo già oscuro, a detta di altri.

L’ardua scelta delle convocazioni

E’ chiaro che chi siede in panchina ricopre un ruolo che comporta enormi responsabilità nei confronti della causa Azzurra, ma è altrettanto inopinabile che le stesse non possono ricadere unicamente sul commissario tecnico. Vero, ha lui l’onere di convocare i giocatori che scenderanno in campo per difendere il Tricolore sul petto; per questo, in molti hanno mosso svariate critiche ai c.t. che si sono recentemente succeduti sulla panchina della Nazionale per via dell’ostinatezza nel riproporre sempre gli stessi giocatori, nonostante gli stessi avessero già mostrato evidenti limiti, chi per un senso di inadeguatezza in tema di moduli scelti dai tecnici, differenti rispetto ai sistemi abitualmente utilizzati nei club, chi per via di una scarsa esperienza in ambito internazionale.

I dati, in realtà, ci raccontano una realtà diversa. Ciascun allenatore possiede uno o più “pupilli”, ossia quei giocatori con i quali esiste un legame speciale a tal punto da sceglierli sempre quando c’è necessità di “partire in guerra”. Eppure, molte responsabilità passano anche dai piedi e dalla testa dei convocati; per questo, anche cercando di scuotere l’ambiente e di rivitalizzarlo, non è raro assistere a chiamate quantomeno inattese nel momento in cui vengono diramate le liste. Pensate che nel corso della gestione Mancini, tra il 2018 e il 2023, sono stati addirittura 56 i volti nuovi chiamati in causa dall’ex tecnico di Inter e Galatasaray, fornendo la possibilità di vestire la prestigiosa maglia Azzurra anche a potenziali top player, che oggi figurano in pianta stabile nella canonica lista dei 26.

Matias Soulé
Matias Soulé (Shutterstock foto) – www.lagoleada.it

Un amaro rifiuto

La storia delle convocazioni azzurre è spesso passata anche per i così detti oriundi, ossia quei calciatori che nascono, crescono e si formano in un Paese straniero che non corrisponde all’Italia, ma che grazie alle origini nostrane dei propri avi hanno la possibilità di possedere il doppio passaporto e di essere, dunque, abilitati ad indossare anche la maglia Azzurra. Pensate alla straordinaria coppia che ha incantato i campi della Serie A a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, José Altafini, nato in Brasile, con origini trentino-venete, e Omar Sivori, argentino di origine ligure-abruzzese. Recentemente, si sono susseguite numerose possibilità circa la convocazione di giocatori possedenti il doppio passaporto, nella speranza che gli stessi entrassero a far parte dei meccanismi azzurri, magari, ridando lustro a quella prestigiosa maglia. E’ stato il caso di Mateo Retegui, ormai centravanti della Nazionale in pianta stabile, ma anche di un altro giocatore apprezzatissimo da tifosi e addetti ai lavori, che sarebbe potuto divenire un Azzurro, optando , però, altre scelte.

Stiamo parlando di Matias Soulé, nativo di Mar del Plata, che vanta origini italiane da parte di madre e che ha, tra l’altro, sviluppato la propria carriera esclusivamente in Italia, tra Juventus, Frosinone e Roma, dove milita attualmente. E’ stato lo stesso Matias, nel corso di un’intervista rilasciata ad un canale YouTube, a confermare l’interesse di Spalletti per il giocatore, già per poterlo convocare in vista degli Europei disputatisi la scorsa estate. Contatti costanti tra l’ex c.t. e l’allenatore dell’argentino a Frosinone, Eusebio Di Francesco, e perfino una visita di Spalletti presso il centro sportivo dei ciociari, dove lo stesso fu costretto ad incassare il rifiuto di Soulé: “Gli dissi che volevo aspettare l’Argentina. Mi rispose che capiva. Seguii il mio cuore”. A scriverlo è alfredopedulla.com.