L’Italia cade a pezzi: “Ho scelto di non tornare in nazionale” | Decisione in stile Acerbi

Acerbi con la maglia della Lazio (Wikipedia Антон Зайцев FOTO) - lagoleada.it

Acerbi con la maglia della Lazio (Wikipedia Антон Зайцев FOTO) - lagoleada.it

Purtroppo alcune volte queste scelte sono inevitabili, e sono simili a scene già viste. Ma cos’è successo esattamente?

Nel calcio, la convocazione in nazionale è spesso vista come un onore e un traguardo. Tuttavia, non tutti i giocatori la accettano: in alcuni casi, scelgono di rifiutarla per motivi personali, fisici o persino ideologici.

Ci sono calciatori che rinunciano perché non si sentono al meglio fisicamente, o vogliono evitare infortuni in vista di impegni cruciali con il proprio club. Altri lo fanno per preservare la propria carriera o perché non condividono le scelte tecniche dell’allenatore.

Non mancano poi i casi legati a motivazioni più profonde: disaccordi con le federazioni, tensioni politiche, o addirittura per proteste contro ingiustizie sociali. Alcuni rifiuti, pur rari, hanno avuto un impatto mediatico notevole.

Queste scelte dividono l’opinione pubblica. C’è chi le considera atti di egoismo, chi invece le vede come espressione di coerenza e libertà personale. In ogni caso, rifiutare la nazionale resta una decisione forte, che lascia sempre il segno.

Quando dire no diventa una notizia

Rinunciare alla Nazionale, nel mondo del calcio, è sempre una scelta forte. Non importa se dietro c’è una motivazione tecnica, fisica o personale: quel “no” pesa, fa discutere, e quasi sempre accende un piccolo incendio mediatico. È successo anche di recente, con Francesco Acerbi, che ha declinato la convocazione con l’Italia.

Una decisione che ha colto molti di sorpresa, a partire dallo stesso (ex)CT Luciano Spalletti. Il gesto di Acerbi non è passato inosservato: i social si sono riempiti di commenti, teorie, e anche qualche polemica. Le motivazioni ufficiali non sono state chiarite nel dettaglio, ma ciò che sappiamo è Acerbi non è stato l’unico italiano a dover rinunciare alla convocazione.

Illustrazione dello stemma dell'Italia (depositphotos FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione dello stemma dell’Italia (Depositphotos FOTO) – lagoleada.it

Un passo indietro…

Una storia meno recente ma molto significativa è quella di Cristiano Zanetti, centrocampista di qualità e sostanza, passato per Inter, Fiorentina, Roma, Juventus. Un giocatore con una carriera di alto livello, ma che in Nazionale ha avuto un percorso più frammentato. Dopo il 2004, infatti, non fu più convocato con regolarità. In un’intervista al podcast @akospodcast, ha raccontato con sincerità cosa accadde davvero. Aveva firmato per la Juventus nel gennaio 2006, dopo che l’Inter aveva deciso di non rinnovargli il contratto, e da quel momento in poi, parole sue, fece praticamente sempre tribuna.

Anche quando contribuì alla risalita della Juve in Serie A, e l’anno successivo li aiutò a qualificarsi in Champions, la Nazionale rimase un discorso chiuso. Zanetti non diede colpa a nessuno, anzi. Riconobbe apertamente che il suo fisico cominciava a cedere, che gli infortuni erano diventati troppo frequenti, e che non se la sentiva più di reggere i ritmi di un doppio impegno tra club e Nazionale. Con Donadoni, allora commissario tecnico, ci fu un confronto chiaro: “Ho scelto di non tornare in Nazionale” (Fonte: Akospodcast).